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CONVERSAZIONE CON STEFAN ANTON RECK.
TRA MUSICA E PITTURA
Andrea Fasano


Maestro Reck, per prima cosa vorrei chiederle, in occasione della sua presenza a Napoli in questo scorcio di inizio autunno 2014 nella quale il pubblico della città la vede nella doppia veste di direttore d’orchestra e protagonista di una mostra di pittura, qual è il rapporto nel contesto della sua attività artistica tra questi due ambiti, musica e pittura.
La pittura è sempre stata presente nella mia vita e nella mia attività insieme alla musica. Ho studiato tutte e due le discipline e forse, solo per motivi pratici sono andato più nella direzione della carriera musicale, prima con il pianoforte e poi, con gli studi universitari a Friburgo di storia dell’arte e pianoforte. Frequentando l’opera in quella città ed assistendo a rappresentazioni wagneriane e non solo, si accese in me la grande passione per il teatro lirico e per la direzione d’orchestra che mi indusse a concentrarmi su questo lasciando un po’ da parte la pittura che è rimasta per lungo tempo in sottordine ma che comunque continuavo a praticare soprattutto nei periodi estivi, durante le vacanze e nei momenti di pausa.

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Quanto di questo atteggiamento verso l’interpretazione ha radici anche nella sua frequentazione della musica moderna e contemporanea?
In proposito voglio sottolineare il forte legame che ho con il grande Pierre Boulez con il quale mi sono incontrato spesso (anche recentemente) e sulle cui composizioni ho dipinto un ciclo di dodici opere. Lo stesso Boulez ha voluto scrivere una presentazione per il catalogo della mia mostra. Noi, tra l’altro, abitiamo nella stessa città, Baden-Baden, ed io dirigerò a Torino nel febbraio prossimo, il concerto dedicato ai suoi 90 anni. Tornando alla sua domanda, credo che la mia frequentazione del repertorio moderno e contemporaneo, sia alla base di una rilettura analitica ed attuale di ogni partitura che mi appresto a studiare e a dirigere.

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Teatro di San Carlo
dal Programma di Sala
Concerto sinfonico, 10 ottobre 2014