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Dal gesto, il segno.
Stefan Anton Reck, direttore d'orchestra e pittore



Il pubblico degli appassionati di musica conosce Stefan Anton Reck per la sua attività di direttore d’orchestra, che lo ha reso celebre internazionalmente grazie alle sue importanti interpretazioni sinfoniche ed operistiche alla testa delle maggiori orchestre e nei più rinomati teatri del mondo. Dopo gli studi musicali a Berlino vince, in Italia, i concorsi per direttori d’orchestra “Arturo Toscanini” e “Gino Marinuzzi”. Successivamente collabora con Seiji Ozawa e Leonard Bernstein per poi diventare, tra il 1997 e il 2000 l’assistente di Claudio Abbado. E’ in questi anni che Reck inizia a dirigere produzioni del “Ring” di Richard Wagner e le opere degli amatissimi compositori della Seconda Scuola di Vienna (Berg, Schönberg, Webern), di cui è certo uno dei più stimati conoscitori ed interpreti. A tal proposito vale la pena di ricordare la produzione della Lulu di Alban Berg diretta al Teatro Massimo di Palermo (dove è stato direttore musicale dal 1999 al 2003) con la regia di Mario Martone, incisa con successo dalla OehmsClassics. Se fittissima è la presenza sui podi degli altari della musica pressoché sconosciuta ai più è la passione per la pittura del maestro tedesco; una passione coltivata sin da giovanissimo e certo incrementata dalla frequentazione di scenografi, costumisti, registi e artisti in genere incontrati nel corso dell’attività musicale. Cosa caratterizza la pittura di Stefan Anton Reck? Sicuramente una gestualità del tutto mutuata dalla musica, dal gesto direttoriale, una gestualità che si trasforma in segno procedendo per strutture e ritmi di rapida percezione, collocando impulsi immediati e selettivi che, sulla tela, diventano rappresentazione, entro spazi in cui pone un sistema di distanze e di rapporti, di “suono-colore” e di “pause”. I titoli delle opere, poi, testimoniano ancora una volta la sua provenienza intellettuale: “Lacrymosa”, “La voix humaine”, “Winterreise”, “The rite of spring”, sino al commovente omaggio al compositore recentemente scomparso Mauro Bortolotti, dove segno e materia hanno la capacità di descrivere visivamente la densità della sua musica.

Marcello Palminteri
Artantis.info, Trimestrale d'arte
n. 13, gennaio-marzo 2013


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